Ecco come abbiamo creato un sistema di marketing che ha dominato l’industria della resina pavimenti

Se hai un ecommerce e pubblicizzi i tuoi prodotti su Facebook, sicuramente conosci la fastidiosa instabilità dei risultati.
Non solo…

Conosci anche quella paura di andare a dormire per poi svegliarti una mattina con la gestione inserzioni bloccata.
Oppure, svegliarti e vedere un calo improvviso nelle tue ads di Facebook.

Ecco perché è importante costruire un sistema di marketing bilanciato e ben strutturato.

In questo articolo voglio condividerti come abbiamo impostato un processo di generazioni ordini diversificato per un nostro cliente ecommerce.

Fase di analisi: il fondamento per il successo

Tutto è partito dalla fase di analisi.

In questo caso è stata divisa in due grandi parti:

  • Fase di analisi iniziale

  • Fase di analisi dinamica

La prima è riferita proprio agli step iniziali per iniziare a fare marketing per un brand.
Parlo quindi dello studio del marchio, dell’audience, della concorrenza e del mercato.

Molto semplice e diretto. Le informazioni raccolte da questa prima fase ci hanno permesso di iniziare a fare Facebook Ads mettendo a test i primi angles.

Nel secondo caso invece mi riferisco alla lettura dati dello scenario “in movimento”.
Questo ci ha permesso di individuare, strada facendo, altri angles vincenti e sopratutto di individuare altre piattaforme con forte potenziale.

Analisi iniziale: trovare il mezzo comunicativo

È importante definire in primis cosa intendo con questa parola.
Non è solo questione di mezzo comunicativo ma, proprio del modo in cui comunichi con l’audience.

Ecco perché è di vitale importante la fase di analisi (sia quella iniziale che quella dinamica).
Ti faccio vedere la differenza di quando abbiamo trovato il veicolo comunicativo giusto:

Partendo dal basso abbiamo un video professionale, un immagine e un video amatoriale.

La differenza non si vede solo dal punto di vista dei ROAS ma, anche dalle metriche prime. Il video che più ha generato attenzione è stato quello amatoriale.

Significa quindi che bisogna fare video amatoriali?
Non proprio…

Anche se spesso funzionano molto bene, la lezione da portarsi a casa qui è: testa i diversi approcci per capire qual è il veicolo unico comunicativo.

Si vede quando lo trovi perché performa 10x meglio degli altri!
Non è questione di “leggermente meglio”. È questione di “estremamente meglio”.

Questo taglio comunicativo è lo stesso che poi abbiamo usato in organico con i reels.
Il video con più views organiche infatti ha raggiunto i 31k. Gli altri si aggirano tutti tra i 2k e i 5k.

Nota bene: profilo nuovo di un brand da poco lanciato nel mercato.
Quindi non c’era una fanbase da sfruttare ma, solo l’ingegno e l’analisi costante dei dati.

All’inizio alcuni reels facevano appena 800 views. Quelli non seguivano infatti il taglio comunicativo di successo.
Una volta che lo trovi però, i risultati sono evidenti…

Come abbiamo usato Facebook Ads

Facebook è il canale pubblicitario più importante dove allochiamo la maggior parte del budget pubblicitario per questo brand.

La struttura del funnel è in realtà molto semplice.
Attualmente abbiamo attiva una una campagna in prospecting e una campagna in retargeting. Nulla di complesso o arzigogolato.

In prospecting abbiamo una serie di video ad che sono andati veramente bene totalizzando ROAS medio di 3,38x e CPC sul link a 0,12€.

In retargeting invece il ritorno pubblicitario è attorno al 5x e usiamo un mix tra video ed immagini.

Come abbiamo usato Google Ads

Con Google Ads non siamo andati a spingere forte.

Perché?
Perché è il punto forte dei competitor.

Tutta la concorrenza che abbiamo analizzato fa leva sulla SEO e sulle Google Ads.

Ecco perché Facebook Ads e i contenuti organici sono andati molto bene per noi!
Quindi, per evitare una guerra con le ads dei competitor, su Google siamo rimasti conservatori.

Abbiamo optato per una semplice campagna in search che bidda sulle keyword inerenti al brand.

Per esempio: “NOMEBRAND”, “NOMEBRAND recensioni”, “NOMEBRAND sconti”, ecc…

Abbiamo anche inserito tutti gli errori di spelling possibili con il nome del brand così da intercettare anche quelle persone lì!
Questo ci serve semplicemente per andare a prendere la gente che vede le nostre ads/contenuti organici e ci cerca online.

Così evitiamo di regalare clienti alla concorrenza e ottimizziamo i nostri fatturati.

Instagram organico

Altro aspetto interessate è stato sfruttare la piattaforma di Instagram in organico.

Come accennato poco fa, pochi competitors erano su questa piattaforma quindi abbiamo voluto spingere molto (sopratutto una volta trovato il veicolo comunicativo unico).

Abbiamo testato diverse rubriche: da video tutorial ai Q&A.

Nel periodo di punta andavamo a pubblicare stories giornaliere e 3 contenuti a settimana: x2 reels e x1 post (carosello o immagine a seconda delle settimane).

Come già detto prima, alcuni video hanno superato le 30k views in organico mentre i video più tranquilli si aggirano attorno alle 3-4k views l’uno.

L’ascesa di Youtube in organico

Arrivati fino a qui tutto sembra nella prassi…

Abbiamo Facebook Ads, Google Ads e Instagram organico che spingono forte.

Volendo, avremmo potuto fermarci qui e scalare questi tre modelli.

Però, mentre studiavamo le keyword per Google Ads, avevamo notato che tantissima gente ricercava i termini più comuni e venivano quindi presi dall’ottima SEO fatta dai competitors durante gli anni.

Ci siamo quindi chiesti: esiste un altro posto in cui la gente fa ricerche?

Certo che sì! È Youtube!

Siamo quindi andati a vedere i competitors su questa piattaforma.

Deserto completo…

Quindi, ci siamo messi all’opera pubblicando i primi video. Lo stile usato è lo stesso che abbiamo visto funzionare bene sulle altre piattaforme: molto umano e quasi amatoriale.

Il secondo video che abbiamo pubblicato sul canale ha avuto un successo fulminante.

Ecco lo screen delle analytics di questo video negli ultimi mesi:

Attualmente genera circa 2400 views ogni 48 ore.

Sono 2400 persone nuove che conoscono il brand senza bisogno di pagare un centesimo in ad.

Il successo non è stato solo a livello di metriche ma, da Youtube hanno piano piano iniziato ad arrivare sempre più ordini!

Dopo questo grande successo, ne abbiamo pubblicati altri.

Il quinto video è stato un altro piccolo decollo con 27.300 views (al momento).

Questi numeri si traducono poi in migliaia di euro in vendite effettuate ogni mese. Questo completamente in organico e, nota bene, è un asset che nessun potrà toglierci.

Attenzione però perché questo non significa che devi portare il tuo brand su Youtube!

Questo significa che, analizzando i dati, abbiamo notato un gap su una piattaforma che ci ha permesso di prendere influenza nel mercato velocemente.

Per esempio, TikTok per questa nicchia è più che inutile visto che ci riferiamo ad un target adulto e tecnico.

Per altri brand però, questo social media veloce può essere una miniera d’oro!

Ecco spiegata l’importanza della fase di analisi dinamica.

Come replicare questa procedura per il tuo brand

Quindi, come ci siamo appena detti, la morale della favola riguarda il fatto che bisogna costantemente analizzare per capire come muoversi.

Il mondo del marketing online è in continua evoluzione ed è importante essere responsivi alle opportunità delle specifiche nicchie di riferimento.

Se desideri ottenere gli stessi risultati anche per il tuo brand, prenota una chiamata conoscitiva direttamente con il titolare Giorgio Iob. Sarà un modo per conoscersi, capire quali obiettivi si desidera raggiungere e vedere se ci sono spunti per una collaborazione insieme!